giovedì 3 dicembre 2009

5 dicembre 2009. Non Mangano Gli Eroi

In questa legislazione lo spilungone si e’ finalmente tolto quel pò di maschera che ancora gli avanzava sotto il cerone. In questo parlamento nominato da pochi leader (?) che, grazie alla famosa porcata di Calderoliana memoria, e’ bello gonfio, oltre che dai soliti dotati di tessera a vita, di autisti, ex vallette, attori, specialisti della polenta e altre prelibatezze gastronomiche in giro per le nostre regioni e tanti altri che mi fanno venire voglia di andare al circo per cercare un po di serietà, e’ soprattutto pieno di ex sconosciuti. Uno dice che cosa c’e’ di male nell’avere qualche novità? Niente. Ma veramente niente. Uno si affaccia al mondo della politica fa la sua gavetta magari dalle circoscrizioni in su. Si inizia ad occupare della gestione della cosa pubblica e del bene di molti decidendo, analizzando i risultati e correggendo, riproponendo, limando, ascoltando, scegliendo di nuovo e così via in quel gioco che viene chiamato politica. Quell’ONORE che e’ interessarsi del bene di molti come diceva Pericle agli Ateniesi. Quella RICOMPENSA AL MERITO per meriti su un campo chiamato società. E oggi? Qual’e’ il presupposto per la ricompensa a questi sconosciuti? La fedeltà. Solo quella. Persone che non sarebbero dove sono e che non ci saranno probabilmente mai più quantomeno nelle importanti posizioni nelle quali si trovano. E devono ottenere il massimo e devono durare il più possibile. E questo il diversamente alto lo sa, eccome se lo sa. E lo usa. Perché a queste persone manca una cosa fondamentale. La possibilità di perderci faccia e credibilità. Sono parlamentari e/o ministri a termine. Hanno la scadenza incorporata. Alcuni le hanno fatte talmente grosse da meritarsi una riconferma a vita. Grosse nel senso di importanti come la grande rivoluzione del digitale terrestre il cui firmatario/autore/firmatario/firmatario è sempre disponibile a mettere all’occorrenza il suo autografo su qualsiasi altra cosa. Gente per cui “Io so di non sapere” e’ il 3 verticale.

Ai tempi dei primi governi il diversamente onesto fu obbligato a condire gli stessi con persone di un certo spessore politico. Persone che anche se potevi non condividere le loro scelte avevano una base elettorale alla quale rispondere e una faccia da perdere. Nessuno di loro metterebbe la faccia in una riforma della scuola come quella della Gelmini. Ma lei, serafica, dopo la firma ritorna se stessa e allora via con i libri di favole i matrimoni e i figli. Uno spasso. Ma nel parlamento persone di un certo spessore ci sono. E dove sono? Aspettano. Aspettano che passi. E parlano poco. Ed è lampante in questi ultimi giorni. I diversamente sconosciuti si muovono in lungo e in largo per scongiurare elezioni anticipate, per scongiurare il prepensionamento e il ritorno ognuno nell’oblio di appartenenza. Per alcuni si paventa addirittura la necessità di dover trovare un lavoro. Allora succede che gente comune non ne possa più di sentir parlare ministri parlamentari e giornalisti ognuno con le sue competenze ma accomunati tutti dalla competenza a prendere posizione sulle questioni legali di Berlusconi, che hanno iniziato ad inseguirlo dalla fine degli anni 70 del secolo scorso. E si riunisca grazie alla rete e organizzi una manifestazione per dire “adesso basta”. Riuscendo a mobilitare centinaia di migliaia di persone in tutto il paese.

Ma si sa, Berlusconi è così. O lo odi o lo ami. Ed è lui che ha voluto questo. L’ha proprio cercato. Il culto della sua persona era l’unico modo per trasformare in discepoli politici come Bondi (ma anche persone qualsiasi. Come Bondi) pronti a stare dalla sua parte a prescindere. Così da poter fare tutto quello che gli serve e riuscire a mascherare la sua totale improvvisazione politica. Politicamente è bravo a fare i conti e a leggere i sondaggi. Tutto qui. Poi si tratta di fare favori a tutti quelli che servono in quel momento. Vaticano, confindustria, commercianti, casalinghe, razzisti, presentatori, giornalisti, evasori e mignotte. E poi scaricarli se non servono più. Si potrebbe fare un cimitero di media grandezza con tutti quelli che in una quindicina d’anni sono stati vittime di una pur vaga espressione di dissenso. Perchè se uno crede in qualcosa e la difende in pubblico la prima cosa che ti aspetti e che nel suo privato si comporti coerentemente e di conseguenza. Sennò vuol dire che non ci credeva e l’ha detta solo per accontentare qualcuno o guadagnarci qualcosa. E dove mettere allora un monopolista che professa il libero mercato. Un adultero sposato più volte che professa il sacro valore della famiglia di santa romana chiesa. Dove mettere chi è contrario al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto tranne per le amanti dei parlamentari che hanno diritto alla pensione di reversibilità. E allora ecco che commissiona sondaggi continui. I due tipi di sondaggi utili. Quelli preventivi per capire cosa è meglio dire. E quelli successivi per vedere se ha funzionato.
Adesso c’e’ questa manifestazione. Non la solita manifestazione di ultrasessantenni ex comunisti che da anni cercano di non perdere la bussola mentre i Fassini cercano di seminarli cambiando la sigla del partito ogni due anni. E’ una manifestazione di ragazzi sostanzialmente apolitica. Perché certe principi sono al di là della politica. Ed è bello vedere ragazzi che si muovono intorno a delle convinzioni e che sono interessati al mondo in cui vivono. Certo è una manifestazione che trova la sua unità nel dire basta ad uomo. Ma non a quello che lui umanamente è ma a quello che rappresenta: la prepotenza al potere. La prepotenza di chi mette uno al centro e tutti gli altri attorno divisi nelle uniche due categorie da lui riconosciute. Qui quelli che mi servono, lì quelli che non mi servono. E fanculo ai principi, agli ideali, alla democrazia, agli altri poteri, al dialogo, alla legge e al diritto. La sua è una missione o almeno di questo è convinto. Ma nella storia è capitato spesso che chi e' voluto salire con la prepotenza troppo in alto si sia fatto molto male nella caduta. Purtroppo, però, spesso ha trascinato giu' tutti.

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